Pagelle Tirreno-Adriatico 2021: Pogacar e Van Aert impeccabili – Pinot e Sagan fuori forma, Viviani, Quintana e Thomas insufficienti

Tadej Pogacar (UAE Team Emirates), 10 e lode: Ancora una dimostrazione delle straordinarie capacità di un ragazzo il cui potenziale massimo è tutto da stabilire vista la giovane età. Lo sloveno domina la scena in salita, ma è poi nella Tappa dei Muri che compie il suo capolavoro, assicurandosi un successo che sino a quel momento era in bilico. Un attacco imperioso che gli permette di fare il vuoto alle sue spalle, creando in tre tappe distacchi che solitamente si vedono alla fine di un grande giro… Ad impressionare, oltre alle doti fisiche, anche la capacità mentale di gestire le situazioni.

Wout Van Aert (Jumbo-Visma), 10: Per batterlo è servita una prestazione straordinaria da parte di un atleta straordinario, altrimenti sarebbe stato lui a fare il vuoto in una classifica che dietro di lui vede il primo inseguitore a quasi tre minuti. Su sette tappe, con terreni profondamente diversi fra loro, ne vince due e in altre tre è sul podio, ottenendo un 13° posto (solo perché la volata non contava niente) come peggior risultato. Dopo la crescita dello scorso anno, dimostra di poter migliorare ancora e con una squadra più forte al suo fianco avrebbe forte potuto ottenere anche qualcosa di più. Ora tornerà a pensare alle classiche, ma può seriamente pensare che le corse a tappe non sono qualcosa che gli è precluso.

Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Fenix), 9: Due splendide vittorie, regalando emozioni che resteranno nella memoria collettiva con l’impresa della Tappa dei Muri, che ne confermano la capacità di animare la corsa come pochi. In salita potrebbe probabilmente dare qualcosa in più, ma se ne disinteressa al momento e va benissimo così, permettendogli di risparmiare le energie per mettere tutto sé stesso nelle frazioni a lui più congeniali.

Matteo Fabbro (Bora-hansgrohe), 8: Uno splendido quinto posto finale che lo porta in una nuova dimensione, dopo i bei miglioramenti già evidenziati a fine 2020. Una crescita notevole che lo ha visto capace non solo di affermarsi come lo scalatore che in molti pensavano che potesse diventare, ma anche un corridore capace di farsi trovare pronto in situazioni potenzialmente per lui più complesse. Un processo di maturazione che merita gli venga dato maggiore spazio in squadra.

Mikel Landa (Bahrain Victorious), 7,5: Il basco conclude alle spalle dei due dominatori con una prestazione piuttosto solida,  anche se ovviamente il forte distacco in classifica rende più complicata la valutazione. Lo spagnolo si mette comunque alle spalle tanti corridori di primo piano, grazie ad una buona prova in salita e una buona tenuta nella più complessa tappa dei Muri, nella quale avrebbe potuto subire maggiormente gli avversari.

Julian Alaphilippe (Deceuninck-QuickStep), 7,5: Un finale sottotono non può far dimenticare il folgorante inizio, che lo ha visto capace di conquistare brillantemente l’arrivo di Chiusdino. Si pensava potesse raccogliere molto di più, specialmente nelle due tappe decisive, ma torna a casa comunque con una bella e importante vittoria.

Mads Wurtz Schmidt (Israel Start-Up Nation), 7: Il successo arrivato con caparbietà a Lido di Fermo è arrivato a coronamento di una settimana molto positiva. Si guadagna anche il secondo posto nella classifica degli scalatori grazie a una coraggiosa fuga nella tappa dei Prati di Tivo, dove dimostra ottima forma transitando per primo sul Passo Capannelle.

Davide Ballerini (Deceuninck-QuickStep), 7: In una Deceuninck-QuickStep insolitamente poco organizzata negli arrivi in volata, il giovane azzurro si conferma una certezza. Si sostituisce al meglio ad Alaphilippe sul complicato traguardo di Gualdo Tadino, arrivando terzo, e riesce a piazzarsi in top ten sia a Lido di Camaiore che a Lido di Fermo.

Egan Bernal (Ineos Grenadiers), 6,5: Le uscite precedenti facevano pensare che potesse ottener molto di più in questa settimana, ma i lunghi giorni consecutivi a faticare in sella hanno confermato che il dolore alla schiena è ancora tutt’altro che sparito, rovinando anche una condizione in crescita. Grazie al suo indiscusso talento, riesce comunque a resistere nelle posizioni di vertice grazie ad una discreta prova, oscurata dai tre fenomeni, nella tappa dei Muri.

Tim Wellens, 6,5 (Lotto Soudal): Il settimo posto in classifica generale è incoraggiante e maturato soprattutto grazie alla buona prestazione di Castelfidardo. Ai Prati di Tivo si difende come può, così come nella cronometro conclusiva di San Benedetto del Tronto.

Davide Formolo (UAE Team Emirates), 6,5: Splendido nella tappa dei muri, riscatta prestazioni non proprio eccezionali in precedenza, dimostrandosi un corridore completo e generoso. Con quella gamba potrà essere un elemento fondamentale al fianco di Pogacar assieme a Rafal Majka (6), ma anche togliersi soddisfazioni importanti in prima persona quando ne avrà l’occasione.

Fabio Felline, 6,5 (Astana-Premier Tech): Tirreno in crescita per il corridore torinese, che attacca e si classifica come primo degli umani nella tappa dei muri di Castelfidardo. Queste prestazioni gli permette di chiudere tra i primi 15 della classifica finale e il morale alto in vista dei prossimi appuntamenti

Vincenzo Albanese (Eolo – Kometa), 6,5: Tanti attacchi per il giovane azzurro che raccoglie tuttavia il miglior piazzamento nella volata dei battuti a Fermo. È il perfetto interprete delle tattiche spregiudicate della squadra italiana, che prova ad attaccare quasi tutte le tappe anche con più uomini contemporaneamente.

Joao Almeida (Deceuninck-QuickStep), 6: La giornata storta a Castelfidardo rovina una settimana disputata ad alti livelli. Soprattutto sui Prati di Tivo ritroviamo il corridore che aveva sorpreso al Giro d’Italia dell’anno scorso, ma purtroppo non riesce a portare a compimento l’impresa. In ogni caso è il migliore dei suoi con il sesto posto finale.

Romain Bardet (Team DSM), 6: Se non fosse per l’ottavo posto finale, in pochi si sarebbero accorti della sua presenza. La sua Tirreno è all’insegna della regolarità, ma gli manca ancora lo spunto giusto per raccogliere risultati importanti. Soprattutto ai Prati di Tivo non si vede mai e arriva fuori dai dieci a oltre un minuto da Pogacar. Decisamente troppo poco.

Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), 6: La sua crescita è ancora piuttosto lenta, ma il risultato finale lo vede comunque raccogliere un dignitoso piazzamento che, se sicuramente per uno come lui è piuttosto poco, non era scontato in questo momento viste le difficoltà di una corsa di alto livello. Una prova probabilmente più di regolarità e di cuore che di gambe, ma è importante vedere che anche la testa e la voglia ci sono ancora, anche quando le cose non vanno.

Simon Yates (Team BikeExchange), 6: Si sapeva che non era arrivato alla Tirreno nelle migliori condizioni di forma e difatti non brilla in ottica classifica generale. Alla fine riesce ad agguantare la top ten grazie all’ottima prestazione dei Prati di Tivo, dove soltanto un eccessivo attendismo gli impedisce di giocarsi il successo di tappa con Pogacar.

Marc Soler (Movistar), 6: Lo scalatore spagnolo non riesce ad agguantare la top ten. Tuttavia, si guadagna la sufficienza grazie al suo atteggiamento propositivo che quantomeno non lo fa passare nell’anonimato.

Tobias Foss (Jumbo-Visma), 6: Buona esperienza per il vincitore del Tour de l’Avenir 2019. Fa quel che può per sostenere Van Aert, ma dimostra ancora di essere abbastanza acerbo per questi palcoscenici. Soprattutto ai Prati di Tivo si stacca troppo presto, lasciando il capitano da solo per gran parte della salita.

Filippo Ganna (Ineos Grenadiers), 6: La sua striscia a cronometro si ferma dove il suo talento era esploso in modo clamoroso. Lontano dal tempo record ottenuto lo scorso anno, il piemontese paga forse gli sforzi dei giorni precedenti, in cui si è messo generosamente a disposizione del team. La prima controprestazione da quando è stato eletto l’uomo nuovo del ciclismo italiano doveva arrivare prima o poi.

Stefan Kueng (Groupama-FDJ), 6: Il passistone svizzero puntava deciso al successo nella cronometro di San Benedetto del Tronto, ma si scontra contro un van Aert formato famiglia. Sarà per la prossima volta.

Fernando Gaviria (UAE Team Emirates), 5,5: Il terzo posto del primo giorno permette di non vedere il bicchiere completamente vuoto, ma chiaramente non è neanche mezzo pieno…

Tim Merlier (Alpecin-Fenix), 5,5: Poteva essere la sua grande occasione, ma non riesce a bissare il successo ottenuto lo scorso anno, andandoci anche molto lontano. Il successo nella volata dei battuti a Lido di Fermo porta qualche rammarico, sicuramente, ma in precedenza non aveva dato la sicurezza con la quale era invece arrivato grazie ai due successi consecutivi conquistati nelle corse precedenti.

Pavel Sivakov (Ineos Grenadiers), 5,5: Ci prova ogni tanto, ma ci si aspettava di più da un corridore che ha spesso mostrato grinta e determinazione fuori dal comune, per sé stesso e per la squadra. Poteva anche essere una buona occasione per ritagliarsi maggiore spazio in prima persona…

Nairo Quintana (Arkéa-Samsic), 5,5: Non era andato male, continuando un percorso di crescita che in questa prima fase dell’anno era necessario visti i problemi fisici dell’inverno, ma crolla malamente nel giorno della tappa dei muri. Una sconfitta che arriva tuttavia soprattutto per colpa delle condizioni meteo, attenuando chiaramente il giudizio.

Elia Viviani (Cofidis), 5,5: La condizione del veronese appare ancora lontana dai giorni migliori, con l’attenuante sicuramente dell’inverno condizionato dai problemi cardiaci.

Jakob Fuglsang (Astana-PremierTech), 5: Sembrava in crescita, ma non spicca e poi crolla. Il danese si conferma sempre meno a proprio agio nelle corse a tappe, disputando una settimana non all’altezza del suo talento. Non a caso, la sua migliore prestazione è ai Prati di Tivo, dove ha potuto mettere a frutto la propria esperienza su una salita lunga e regolare.

Giulio Ciccone (Trek-Segafredo), 5: Non un campanello d’allarme, tuttavia è necessario comprendere e valutare bene le ragioni di questa delusione. Gli appuntamenti a lui più cari sono lontani, quindi è anche comprensibile non sia al livello dei corridori che a breve si troveranno ad avere dei grandi obiettivi, ma ora è il momento di riprendere la crescita che sembrava esserci per poter ritrovare il livello che ha più volte mostrato di avere nelle grandi corse.

Geraint Thomas (INEOS Grenadiers), 5: I bei tempi sembrano ormai lontani per l’esperto gallese, che fatica ad essere di aiuto al capitano Bernal. Ai Prati di Tivo attacca nelle fasi cruciali spingendo il colombiano a fare altrettanto dopo un grande lavoro della squadra, ma entrambi non si dimostrano all’altezza. Rimandato.

Valentin Madouas (Groupama-FDJ), 5: Era arrivato con grandi ambizioni, ma già dal secondo giorno esce di classifica. Niente da fare quindi per il giovane francese che deve fare un passo indietro e trovare una forma migliore.

Lilian Calmejane (Ag2r Citroen), 5: Il francese di fatto non si vede mai, nemmeno nelle tappe a lui più congeniali. Una Tirreno del tutto da dimenticare.

Greg Van Avermaet (Ag2r Citroen), 5: La sua squadra si presentava al via di questa Tirreno per puntare ai successi di tappa, ma neanche l’esperto belga riesce a lasciare il segno. L’ottavo posto di Chiusdino e, soprattutto, il quinto di Gualdo Tadino non sono il massimo per il Campione olimpico, i cui obiettivi comunque non sono ancora imminenti e ha il tempo per affinare la forma.

Thibaut Pinot (Groupama-FDJ), sv: Soffre ancora alla schiena, mostrandosi l’ombra del corridore che anche in questa corsa aveva ottenuto risultati di altissimo livello.

Alvaro Hodeg (Deceuninck-QuickStep), sv: Arriva sofferente, in cerca di una condizione che non sembra trovare, dovendo lasciare la corsa il penultimo giorno.

Peter Sagan (Bora-hansgrohe), sv: La prima corsa dopo la positività al coronavirus che lo ha costretto a 14 giorni senza allenamenti non poteva andare diversamente.

Caleb Ewan (Lotto Soudal), sv: Parte con un secondo posto abbastanza beffardo, poi non ha più realmente la possibilità di esprimersi a causa di problemi intestinali.

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